SOLANACEE: PERCHÉ É MEGLIO NON ABUSARNE
Fanno parte della famiglia delle Solanacee i pomodori, i peperoni (anche i peperoncini), le melanzane e le patate. Non solo, anche il tabacco, le bacche di goji e piante come la Belladonna e la Mandragola.
Le chiamiamo “verdure” ma in realtà sono frutti.
Si, meglio non abusarne. Perché in effetti, se ci pensiamo, li mettiamo spesso (se non tutti i giorni) sulla nostra tavola e anche fuori stagione.
Sono piante considerate per la macrobiotica molto yin (espansive, raffreddanti, destrutturanti). Sono piante che crescono in climi molto caldi, tropicali e quindi non adatte al nostro clima temperato e al nostro organismo perché possono creare disarmonia se mangiate spesso.
Non a caso, nelle cucine tradizionali, le solanacee vengono trattate con il sale, il calore o l’essicazione, per moderarne le qualità yin.
Io ne ho avuto la riprova lo scorso anno. Devo ringraziare la Dott.ssa Re e il Dott. Camnasio che, con un test energetico sul capello, hanno saputo orientarmi verso una “depurazione” dal pomodoro che ahimé, mangiavo veramente tutti i giorni (o quasi). Mi sono accorta subito della differenza e da allora non ne abuso più, l’ho introdotto saltuariamente nella mia dieta.
Avete presente la classica patata lasciata lì che fa il fiore oppure inizia a diventare verde? Ecco, non mangiatela assolutamente. Le patate germogliate, vecchie e rugose sono piene di solanina. Questa sostanza è potenzialmente tossica. Inoltre le patate hanno un indice glicemico molto alto.
Peperoni, pomodori e melanzane hanno un contenuto di solanina inversamente proporzionale al grado di maturazione. Più maturano e più diminuisce.
Pensiamoci. La maggior parte delle intolleranze si concentrano su questi frutti.
Il Dottor Berrino, durante il Corso di Cucina Macromediterranea, ci ha detto di essere molto prudenti verso il consumo di questi alimenti perché sono ricchi di poliammine, sostanze indispensabili per la proliferazione cellulare. Una ragione in più per la quale i malati oncologici non dovrebbero consumarne.
Contengono inoltre acido ossalico che lega il calcio e ne limita l’assorbimento a livello intestinale. Se ne sconsiglia l’uso in caso di osteoporosi! Il legame con l’artrosi lo si spiega con il fatto che esse man mano tolgono il calcio dalle ossa e lo depositano in parti “errate” del corpo. A chi soffre di dolori artritici attenzione anche alla fecola di patate, la paprika, il pepe di cayenna e il tabasco.
Anche la psoriasi può essere legata a questa categoria di alimenti.
Si considera che il consumo REGOLARE di pomodori, patate e melanzane e altre sostanze originarie del Sud America e di altre zone tropicali contribuisca e far perdere l’immunità naturale agli abitanti delle zone temperate e possa essere responsabile di una vasta gamma di malattie, che vanno dal raffreddore all’influenza alle malattie esantematiche, alla polio e alla diminuzione della potenza sessuale. Il dottor Norman Childers, professore di orticoltura presso il Cook College del New Jersey, che si è occupato di solanacee per tutta la vita, ha reso noto che il consumo sistematico di pomodori, patate e melanzane è una delle principali cause di artrite, e che i sintomi di questa malattia scompaiono in capo a qualche settimana o qualche mese se il paziente cessa di consumare questi alimenti (Fonte Norman Childers, Le cause sconosciute di alcune malattie, NJ, 1977).
Equilibrio, Consapevolezza, Amore e Gratitudine.
Io credo sia questa la ricetta per una vita armonica.
Fonti:
- Il Cibo della Gratitudine (Terra Nuova Edizioni)
- Il Cibo della Salute (www.ilcibodellasalute.com)
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